
PORDENONE – Come è cambiata la figura delle assistenti familiari, alias badanti, dopo l’arrivo del Covid-19? In questo articolo predisposto da WellCome FVG-Veneto, Agenzia per la ricerca, selezione e formazione di babysitter, badanti e colf, realizzato anche sulla base della ricerca “Badanti Post Pandemia” di IRS e Acli Lombardia nell’ambito del progetto “Time To Care” di Fondazione Cariplo, abbiamo una chiara fotografia di come l’Italia stia invecchiando sempre di più e di come vi sia una crescente diminuzione delle assistenti familiari. Secondo i dati INPS, infatti, quasi 4 badanti su 10 hanno perso il lavoro, questo perché in molte famiglie gli anziani non ci sono più, ma anche perché con lo smart working molti sono riusciti a gestire i propri familiari anziani in autonomia, limitando così anche i rischi di contagio. La realtà, però, è ben diversa, si stima infatti che quasi il 60% del totale di assistenti familiari impiegate lo sia irregolarmente, ovvero “in nero”. Ma vediamo tutto più nel dettaglio.
IL 2020 DELLE ASSISTENTI FAMILIARI IN ITALIA
Nel 2019, in base ai dati INPS, sono stati assunti regolarmente dalle famiglie italiane circa 849 mila collaboratori domestici, un dato in diminuzione rispetto al 2018 (-1,8%). In termini di quantità, abbiamo perso circa 16 mila lavoratori domestici regolari in un solo anno.
Calano soprattutto il numero di colf (-3,8%) rispetto alle assistenti familiari, che registrano una leggera crescita (+0,6%). L’incremento può essere verosimilmente spiegato con l’elevata presenza di anziani in Italia, che comporta una maggiore richiesta di assistenti familiari, ma anche dalla crisi economica che ha scoraggiato l’assunzione di addette alle pulizie.
Per quanto riguarda il 2020, da un’analisi dettagliata dell’Osservatorio Domina, si è riscontrato un picco di assunzioni tra febbraio e marzo, 8.622 unità, grazie alla sanatoria che ha spinto a regolarizzare i rapporti di lavoro già esistenti, soprattutto per ovviare ai vincoli di spostamento dovuti al lockdown. Allo stesso tempo, soprattutto nella seconda metà dell’anno, molti rapporti di lavoro sono stati chiusi, in altri casi il lavoro affidato alle collaboratrici domestiche è stato ridotto, sempre come conseguenza derivante dallo smart working. Un trend di decrescita che prosegue fin dal 2012.
L’ISTAT ha, altresì, rilevato che nel 2020 vi sono state 312 mila donne occupate in meno rispetto all’anno precedente; questo perché risultano impegnate in servizi precari o in settori dov’è più semplice il licenziamento, come quello del lavoro domestico.
PREVISIONI PER IL FUTURO
Attualmente in Italia vi sono 2,6 milioni di anziani con limitazioni funzionali che vivono in casa propria (secondo stime ISTAT), questo ci porta a dire che in Italia più di 1 anziano su 3 ha necessità di un’assistente familiare. Inoltre, si prevede un aumento degli over 65 di 200 mila persone all’anno.
Questi dati portano a determinare un aumento della richiesta, ma il numero di assistenti familiari in cerca di un’occupazione non cresce con lo stesso ritmo: questo a causa di un ricambio bloccato, dovuto al fatto che non sia possibile accedere in modo regolare nel nostro Paese. È da più di 6 anni che non viene emanato un decreto flussi, che consenta l’ingresso regolare di stranieri nei principali settori economici. Dai numeri riportati sopra, si evince che abbiamo la necessità di almeno 10 mila assistenti familiari extracomunitari in ingresso ogni anno, senza poter contare sui quali, molte famiglie sono e saranno spinte ad “arrangiarsi”, rivolgendosi al lavoro nero.
LE BADANTI DI OGGI
Rispetto ai primi anni Duemila, le assistenti familiari di oggi sono più “anziane”: nel 2006 la media era di 41 anni, ora si è alzata a 49 e le ultracinquantenni sono passate dal rappresentare poco più di un quinto del totale al superare la metà. Da sottolineare come la percentuale delle più giovani (sotto ai 29 anni) non arrivi al 5%, questo a causa del ricambio bloccato di cui si diceva sopra. In Italia il primato per gli assistenti familiari più giovani (46,2 anni) spetta alla Calabria.
Quello delle badanti resta un lavoro prettamente femminile, anche se nel 2019 sono stati registrati ben oltre 95 mila lavoratori di genere maschile, concentrati per la maggiore nelle regioni del Centro e Sud Italia. Per quanto riguarda le ore lavorate, mediamente siamo a 27,1 ore a settimana; la regione che registra collaboratori che lavorano meno ore a settimana è il Molise (22 ore), mentre quelle che superano le 30 ore settimanali sono la Valle d’Aosta (37 ore), il Trentino Alto-Adige (33,9 ore), l’Emilia-Romagna (32,2) e il Friuli Venezia Giulia (30,8). Da sottolineare come il 31,2% dei lavoratori domestici si collochi al livello B, cioè come collaboratori domestici dotati di esperienza, con specifica competenza nelle loro mansioni.
Oltre all’aumento dell’età è aumentato anche il periodo medio di permanenza in Italia: 14 anni nel 2020, quando nel 2006 era solo di 4 anni. Questo indice si conferma soprattutto per le assistenti che arrivano dall’Est Europa, che costituiscono il 41%, seguono l’Asia (15%) ed infine Sud America ed Africa, rispettivamente al 7% e 6% del totale. I lavoratori domestici asiatici superano il 20% nelle regioni in cui è forte la presenza di colf come Lombardia, Lazio e Sicilia; in quest’ultima regione è presente una consistente percentuale (13%) di lavoratori africani, a causa della vicinanza dell’Isola al continente africano.
Da sottolineare anche la forte presenza di italiani, soprattutto nelle regioni del Sud come Sardegna (81%), Molise (56,3) e Puglia (51,2%); questi dati potrebbero dipendere dalle reali opportunità di lavoro nelle singole regioni: è proprio la mancanza di lavoro che porta a scegliere questo tipo di professioni. Secondo i dati ISTAT del 2019, il tasso di disoccupazione al Sud è pari al 17,6%, al Centro arriva al 8,7% e al Nord scende al 6,1%.
Queste “anziane” che risiedono in Italia da più tempo e provengono dall’Est Europa, spesso sono anche quelle che prediligono lavorare in regime di convivenza. Soluzione che non viene presa in considerazione dalle più giovani che arrivano in Italia; questo perché non è detto che chi risieda in Italia da più tempo abbia avuto modo di emanciparsi.
PROSPETTIVE
I dati ISTAT, per quanto riguarda la fecondità totale del nostro Paese, sono molto preoccupanti. L’Italia risulta registrare uno dei più bassi tassi d’Europa, circa 1,29, mentre la speranza di vita alla nascita è molto elevata (81 anni per gli uomini e 85,3 per le donne). Di conseguenza si prevede che nel 2050 i bambini (0-14 anni) si ridurranno a meno di 7 milioni, mentre gli over 79 cresceranno di ulteriori 3,5 milioni di unità. Questo comporterà un significativo aumento nella richiesta di collaboratori domestici e soprattutto di assistenti familiari.
Si rendono necessari, pertanto, nel breve periodo, interventi centrali e coordinati che vadano ad agire sull’emersione del lavoro e sulla sua qualificazione. Bisognerà puntare su una riapertura di un’immigrazione per motivi di lavoro, ad incentivi alla regolarizzazione attraverso un diverso sistema fiscale, ad una riforma dell’assistenza domiciliare pubblica che va potenziata e collegata al lavoro privato di cura e, infine, ad una diversa indennità di accompagnamento che non ne perda gli elementi di garanzia ed universalismo.
COME CERCARE L’ASSISTENTE FAMILIARE CHE RISPONDA ALLE PROPRIE NECESSITÀ FAMILIARI?
Il servizio Wellcome è un progetto della Cooperativa sociale Itaca dedicato alla Ricerca&Selezione della persona più idonea al bisogno degli anziani e delle famiglie. Wellcome è al fianco dei nuclei familiari e/o delle persone anziane che abbiano la necessità di un’assistente familiare o collaboratrice domestica esperta e referenziata, che possa prendersi cura a domicilio di tutte le necessità espresse o evidenziate. Attraverso l’esperienza dei servizi territoriali gestiti da Itaca in Friuli Venezia Giulia e in Veneto siamo quotidianamente vicini ai bisogni e alle richieste delle famiglie. Info 0434 504199 – wellcomefvg@servizicomete.it
Fonte: Rapporto annuale sul lavoro domestico Edizione 2020 dell’Osservatorio Nazionale sul Lavoro Domestico (www.osservatoriolavorodomestico.it/rapporto-annuale-lavoro-domestico-2020). Dati ISTAT 2019. Ricerca “Badanti Post Pandemia”, realizzata da IRS e Acli Lombardia nell’ambito del progetto “Time To Care” di Fondazione Cariplo.