Grazie a Whatsapp l’Operativa di Comunità trasforma la distanza sociale in opportunità per i ragazzi dei 12 Comuni dell’Area Coneglianese
SAN VENDEMIANO (Tv) – Utilizzare Whatsapp in maniera consapevole per vivere e comunicare un’epoca che domani sarà storia. Sono settimane di isolamento forzato a casa quelle che anche i giovani dell’Area Coneglianese stanno vivendo e rispettando con comportamenti responsabili, atti a non diffondere ulteriormente il contagio da Covid-19. I lavori dei Consigli comunali dei ragazzi sono sospesi, i Gruppi giovani non si stanno incontrando più e i Centri giovani sono tutti fisicamente chiusi. Per questo le diverse equipe di educatori della Cooperativa sociale Itaca, facenti parte del Servizio Operativa di Comunità dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, si sono interrogate su come poter rimanere accanto ai ragazzi e alla comunità in questo particolare momento, in cui tutti siamo chiamati con forza alla responsabilità. È nata “La storia siamo noi. Distanti ma attivi” una progettualità innovativa, condivisa con l’Ulss 2 e con i 12 Comuni dell’Area Coneglianese per mantenere vive le relazioni instaurate con i ragazzi ed entrare in contatto, attraverso loro, con altri preadolescenti e adolescenti del territorio.
DIAMO VALORE AI (NUOVI) PENSIERI DI RAGAZZE E RAGAZZI
L’idea è quella di dare valore alle esperienze e ai pensieri di ragazze e ragazzi in questi momenti di isolamento forzato, raccogliere le loro testimonianze, educandoli ad un utilizzo consapevole di media e strumenti tecnologici in modo propositivo e utile anche alle comunità, che si trovano di fronte ad un evento che di ordinario ha veramente poco.
Le disposizioni dei diversi DPCM per il contenimento del contagio da coronavirus “ci mettono tutti davanti ad una riorganizzazione della quotidianità, ci chiedono di modificare le nostre abitudini e i nostri stili di vita. Bambini, preadolescenti e adolescenti stanno vivendo giorni di assenza fisica da scuola, da attività sportive e educative che prima scandivano la loro routine”.
LA DISTANZA SOCIALE COME OPPORTUNITÀ
La distanza sociale e relazionale che oggi ci viene imposta, se a tratti può spaventare e porre di fronte a molte domande, dall’altro può rappresentare un’opportunità per condividere valori educativi importanti e un’occasione per sviluppare competenze (soft skill) preziose oggi e domani. Da qui l’idea di rimodulare le progettualità preesistenti, riconvertendole alla nuova realtà che oggi stiamo vivendo, per raccogliere le loro testimonianze di vita di questo periodo così particolare e unico, mantenendo vive le relazioni instaurate con i ragazzi dei CCR, Gruppi Giovani e Centri Giovani.
I NUMERI
Il progetto “La storia siamo noi. Distanti ma vicini” vede coinvolto uno staff composto da una decina di educatori e una coordinatrice di progetto, tutti di Itaca, i destinatari al momento sono circa 200 ragazze e ragazzi dagli 11 anni in su, numero che potrebbe anche ampliarsi.
Coinvolti tutti i 12 Comuni dell’Area Coneglianese attraverso i seguenti servizi: a Gaiarine il CCR, a San Pietro di Feletto CCR e Gruppo giovani; poi ci sono i CCR di Orsago, Mareno di Piave, San Vendemiano, Santa Lucia di Piave, Susegana, San Fior di Treviso con anche il Centro giovani; il CCR di Codognè, a Vazzola CCR e Centro giovani, a Godega di Sant’Urbano il CCR.
#IOACASASTO
Gli educatori Itaca dell’Operativa di comunità hanno così iniziato a coinvolgere i ragazzi utilizzando la messaggistica istantanea di Whatsapp: “abbiamo chiesto loro di condividere con noi pensieri, considerazioni, emozioni, stati d’animo, riflessioni in merito al tempo che stanno vivendo”. La prima azione messa in campo è stata #ioacasasto…, “abbiamo proposto loro di completare l’hashtag per raccogliere i loro vissuti in questo periodo, il cosa stanno facendo e di instaurare l’inizio di una nuova conversazione attraverso un canale diverso da quello solitamente utilizzato, ma al contempo il più gettonato di questi giorni”.
I RAGAZZI HANNO RISPOSTO IN MANIERA STRAORDINARIA
Sono stati davvero in tanti a rispondere a #ioacasasto, oltre 100 i messaggi arrivati da circa 200 ragazzi e ragazze dei CCR, Gruppi giovani e Centri giovani in una sola settimana, segno che la proposta è stata accolta con positività. “Hanno scelto di condividere con noi i loro pensieri. C’è stato chi ha espresso il suo impegno a stare a casa per il bene della Comunità e chi ha raccontato in modo simpatico cosa sta facendo nella sua quotidianità. Ci ha colpito molto l’atteggiamento propositivo con cui hanno accolto le restrizioni dovute al coronavirus, ma anche il forte desiderio di tornare a riabbracciare gli amici e i loro cari ad emergenza superata. Non per ultima, infatti, è emersa anche la voglia di tornare ad una normalità fatta di famiglia, scuola e sport”.