Il Covid-19 ha portato inevitabilmente alla rimodulazione del servizio, alla ridefinizione degli obiettivi e all’utilizzo degli stessi strumenti con modalità differenti.
CERVIGNANO DEL FRIULI – “Quali obiettivi dobbiamo porci, in un momento in cui i bambini sono lontani dal nido, si trovano dentro le loro case a trascorrere lunghe giornate senza la possibilità di usufruire dei tanti luoghi e tempi di socializzazione, nonché delle occasioni di apprendimento abituali?”. Sono alcune delle domande che si sono poste le educatrici del nido d’infanzia di Cervignano del Friuli (Ud), servizio comunale gestito dalla Cooperativa Itaca.
Le stesse domande se le sono poste le equipe educative che da diverse settimane, in tutta Italia, si trovano alle prese con il Covid-19 e con la sospensione dei servizi socio educativi anche alla prima infanzia. Le restrizioni imposte dai vari DPCM per il contenimento del contagio da coronavirus, stanno comportando – e comporteranno ancora per diverso tempo – il distanziamento sociale, impedendo alle persone di relazionarsi l’una all’altra secondo le modalità seguite prima del coronavirus.
All’interno di questo scenario, nuovo un po’ per tutti, il team di educatrici e di operatori del nido d’infanzia di Cervignano ha aperto delle riflessioni profonde sul ruolo del servizio oggi verso la comunità, verso i bambini e le famiglie che frequentavano il nido, o che avrebbero iniziato a frequentarlo a breve.
In che modo sintonizzarsi attraverso la modalità “non in presenza”, per progettare strumenti educativi e didattici che in qualche modo possano connettere le famiglie, genitori e bambini, con il nido?
“L’obiettivo ci è stato chiaro da subito e ci siamo mossi per tessere un filo invisibile, che potesse collegare tutti noi operatori del nido con le famiglie. Abbiamo pensato di offrire loro tracce fotografiche e narrative delle esperienze che i bambini hanno vissuto al nido prima del Covid-19, per poter riaccendere e riconnettere i loro e i nostri ricordi, le emozioni e gli interessi”.
“Così, abbiamo puntato sulla dimensione relazionale proprio nel momento in cui la relazione umana – come l’avevamo sempre pensata e vissuta – veniva ridotta al minimo per evitare la diffusione del contagio. A nostra disposizione avevamo la nostra pagina Facebook “Nido di Cervignano”, nata circa tre anni fa per raccontare e documentare le nostre attività”.
Ora l’obiettivo è cambiato: “vogliamo trasmettere alle famiglie l’idea che noi ci siamo, che non si devono sentire soli. Per questo pubblichiamo spesso post sulla pagina, vogliamo trasmettere alle mamme e ai papà conoscenze pedagogiche, spunti di riflessione, occasioni di confronto”.
Le educatrici postano in media un contenuto al giorno in cui offrono anche suggerimenti su attività che i bimbi possono “fare” tranquillamente da casa, riflessioni su “come” trascorrere questi tempi dilatati con i propri bambini, recuperando il piacere dello stare insieme.
“Il bello di tutto ciò è che si è creata veramente una dimensione relazionale: sono gli stessi bambini a farci richieste molto precise, ci chiedono ad esempio di cantar loro una determinata canzone, gli stessi genitori ci inviano immagini delle attività che hanno sperimentato assieme ai propri bimbi”.
Siamo sempre stati abituati, tutti, alle relazioni umane fisiche, faccia a faccia, di persona. Il coronavirus ci ha “costretti” a pensarne e sperimentarne di nuove, sostituendo il virtuale al reale. “La nostra pagina Facebook è diventata in queste settimane uno strumento imprescindibile di dialogo e di scambio con le famiglie. Starà a tutti noi saper imparare da questa esperienza ad emergenza finita, perché nulla sarà più come prima”.
Per raggiungere il Nido di Cervignano su Facebook https://www.facebook.com/NidodiCervignanodelFriuli/