L’EUROPA RICONOSCE FREE TO CHOOSE COME “BEST PRACTICE” NELLA LOTTA AGLI STEREOTIPI DI GENERE

Lo staff Free to Choose all’evento finale di Nicosia (Cipro) 13 giugno 2019

Empowerment delle donne e alla lotta alla violenza di genere, riconoscimento di prestigio per il progetto europeo e gioco da tavolo Free to Choose presentati a Brussels all’Information and Networking Meeting dei progetti REC – Rights Equality and Citizenship della Commissione Europea.

BRUSSELS – Free to Choose è stato scelto dalla Commissione Europea quale best practice nella lotta agli stereotipi di genere ed è stato presentato ufficialmente nei giorni scorsi all’Information and Networking Meeting dei progetti REC – Rights Equality and Citizenship dedicato all’empowerment delle donne e alla lotta alla violenza di genere. Riconoscimento di prestigio per il progetto europeo Free to Choose dedicato all’individuazione, decodifica, eradicazione e superamento degli stereotipi di genere nei giovani 16-29 anni e negli adulti chiave coinvolti nelle fasi di orientamento e scelta del percorso formativo e lavorativo. Guidato dalla Cooperativa sociale Itaca e co-finanziato dal programma REC della Commissione Europea, il progetto è stato presentato nel corso del meeting tenutosi il 26 e 27 giugno all’Auditorium Breydel di Brussels, cui ha partecipato una delegazione formata da Cooperativa Itaca e Ires Fvg. Nel corso della sessione pomeridiana del 26 giugno, Free to Choose è stato inserito nella sezione Examples Of Best Practices In Projects, nel corso della quale il progetto ed il gioco sono stati presentati nelle loro fasi operative, con ampia discussione e interesse dei partecipanti nella fase delle domande, inerenti anche eventuali training e/o formazioni per i game master e le game mistress.

Un riconoscimento quello da parte della Commissione Europea non solo di prestigio ma che evidenzia che la strada tracciata dal progetto è quella giusta, e che funge da ulteriore stimolo a proseguire lungo questo tracciato per le dieci organizzazioni di cinque Paesi europei coinvolte nel partenariato, che sono Cooperativa sociale Itaca (lead partner), Regione Friuli Venezia Giulia Assessorato al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Ires Fvg, Università di Modena e Reggio Emilia per l’Italia, e poi Mcbit e Nefiks (Slovenia), Opciònate e Università di Valencia (Spagna), Apload (Portogallo) e Mediterranean Institute for Gender Studies MIGS (Cipro).

La giornata del 26 giugno, dopo l’introduzione della Gender Equality Unit – DG Justice and Consumers, si è concentrata al mattino in una sessione informativa, curata dalla Programme and Financial Management Unit, sulla gestione delle sovvenzioni e ha approfondito le modalità per garantire l’impatto effettivo dei progetti sulla base di conoscenze comportamentali, monitoraggio e valutazione.

I lavori del pomeriggio, illustrati da esempi di buone pratiche di alcuni progetti REC tra cui Free to Choose, sono stati dedicati all’asse Ensuring Effective Impact of Projects con focus su “Best practice per il monitoraggio e la valutazione, misurare l’impatto degli interventi e applicare le informazioni comportamentali”, con interventi di Silvia Scarpa, Adjunct Professor of Political Science – John Cabot University & Adjunct Professor of International Law – LUISS Guido Carli University, Kate Doyle, Senior Program and Research Officer – Promundo-US, Joint Research Center – Competence Centre on Behavioural Insights.

Gli aspetti innovativi di Free to Choose presentati alla Commissione Europea. Ai rappresentanti di enti ed organizzazioni provenienti da Gran Bretagna, Bulgaria, Romania, Belgio, Austria, Grecia, Slovenia, Croazia, Finlandia, Cipro e Italia la delegazione composta da Cooperativa sociale Itaca e Ires Fvg ha narrato l’evolversi del progetto Free to Choose nonché la nascita e sviluppo del board game Free to Choose, che ha sperimentato con successo un innovativo tabellone di gioco per sensibilizzare ragazze e ragazzi 16-29 anni e gli attori chiave adulti in merito al riconoscimento degli stereotipi di genere come ostacoli concreti alle pari opportunità nell’occupabilità dei giovani d’Europa.

Tra i tasselli fondamentali che sono stati evidenziati la ricerca “Mind the gap & Coming out: stereotipi di genere in Europa” coordinata dall’Università di Valencia e realizzata in Italia dall’Ires Fvg, e la “Ricerca sulle abitudini ludiche” effettuata dall’Università di Modena e Reggio Emilia per la costruzione della struttura del gioco, che ha visto la collaborazione dell’associazione di ricerca sul gioco Play Res nella fase di game design. Tra le tante ricche sinergie attivate quella con Paolo Mori, uno dei più conosciuti game designer d’Italia, e con Giorgio Gandolfi, noto project manager in ambito di game design.

Particolare interesse nei colleghi europei hanno, inoltre, suscitato la narrazione del gioco e l’illustrazione della fase di debriefing successiva ad ogni sessione di gioco ed espletata dal/la game master/game mistress. Gioco e debriefing promuovono, infatti, un processo esperienziale in grado di attivare il cambiamento nei comportamenti e negli atteggiamenti, rispetto agli stereotipi di genere, tra i giocatori (giovani) e i game master/game mistress (adulti), trasformando i giocatori in attori chiave del cambiamento sociale.

La giornata del 27 giugno ospitata al Centre Albert Borschette si è incentrata sulla riflessione su come gli stereotipi di genere e le lacune e l’empowerment delle donne vengano affrontati nei progetti REC e di altri stakeholder, confrontati con alcuni risultati delle ultime ricerche sulla parità di genere. Affrontare gli stereotipi, donne a bordo, politica/forum pubblici, conciliazione vita-lavoro, divari di genere sono stati gli elementi chiave dei lavori. Nel corso della sessione Unlocking women’s potential sono intervenuti Prof. Laura den Dulk, Professor of public administration Employment, organization and work-life issues, Erasmus University Rotterdam, e Dr. Heejung Chung, Reader in Sociology and Social Policy, School of Social Policy, Sociology and Social Research University of Kent. A chiudere l’intensa due giorni dedicata ai progetti REC è stata la Gender Equality Unit, DG Justice and Consumers, European Commission.

Fabio Della Pietra

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