Italia e Slovenia insieme in un progetto transfrontaliero per affrontare l’invecchiamento. A guidarlo la Cooperativa Itaca
PORDENONE – Italia e Slovenia sviluppano azioni innovative per affrontare le sfide comuni relative all’invecchiamento della popolazione nell’area transfrontaliera. In avvio una sperimentazione di ausili tecnologici domiciliari che permettano di registrare in tempo reale informazioni sulle attività dell’anziano e permettere il supporto alla gestione del lavoro di cura. Prevista anche l’attivazione nelle case di riposo di “punti di servizio anziani” per mettere in collegamento famiglie, anziani e servizi esistenti sul territorio. Partirà il 1° settembre il progetto “CrossCare” – inserito nel programma Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020 -, guidato dalla Cooperativa sociale Itaca come ente capofila, l’area di intervento comprenderà Trieste, Sacile e Portogruaro per l’Italia, Capodistria e Lubiana per la Slovenia.
Partenariato Italia-Slovenia
Ampio il partenariato del progetto – che assomma un budget complessivo di 1,2 milioni di euro – che prevede la partecipazione, oltre alla capofila Itaca, di enti che hanno maturato un’esperienza ultra decennale sul tema della presa in carico. A Trieste l’Azienda pubblica di servizi alla persona Itis, impegnata nello studio e realizzazione di modelli sociosanitari personalizzati per la presa in carico; a Sacile (Pn) i Servizi sociali dell’Ambito Distrettuale 6.1 e la Residenza Protetta che si farà carico dell’individuazione del target group di anziani su cui Itaca avvierà la fase di sperimentazione; a Portogruaro (Ve) la Residenza per anziani Giuseppe Francescon, che si occupa di diversi livelli di cura e assistenza di anziani fragili autosufficienti. Per la Slovenia la Casa costiera del pensionato Capodistria, che promuove il rafforzamento della governance a livello transfrontaliero, mentre a Lubiana la società Deos, che può contare sull’operato di sette centri dislocati sul territorio, e l’istituto Irssv – Centro di ricerca e valutazione di politiche pubbliche.
Sostegno alle famiglie
CrossCare intende intervenire sul senso di disorientamento di quelle famiglie che, dinanzi alla sopravvenuta fragilità dell’anziano, hanno difficoltà a interagire con gli enti responsabili, a reperire le informazioni necessarie e ad attivare percorsi di sostegno alla fragilità dell’anziano. Informazioni che spesso non delineano una mappa completa delle opportunità presenti sul territorio, determinando una scarsa capacità di connessione dei servizi sociosanitari con i bisogni emergenti nella comunità. Per questa ragione, la Casa di riposo diventa luogo primario di interlocuzione. In questa prospettiva, CrossCare rappresenta un’occasione preziosa per rafforzare la capacità di cooperazione istituzionale sia tra gli operatori degli enti pubblici sia tra quelli del terzo settore, offrendo la possibilità di sperimentare approcci integrati al tema dell’invecchiamento attivo.
Sperimentazioni innovative
Diverse le attività di sperimentazione previste all’interno di CrossCare e finalizzate alla messa a sistema della rete di servizi operanti a livello transfrontaliero, sempre con l’ottica di favorire la permanenza dell’anziano nel suo ambiente familiare e ritardarne l’istituzionalizzazione all’interno delle Case di riposo.
Tra le azioni innovative previste dal progetto, proprio nelle Case di riposo coinvolte a Trieste, Capodistria, Sacile e Portogruaro verrà introdotto il primo elemento di novità, ovvero la creazione di Punti di Servizio Anziani dove sperimentare la nuova figura professionale del “care manager”. Attraverso il care manager, le Case di riposo fungeranno da anello di congiunzione tra le famiglie, l’anziano e i servizi sanitari e socioassistenziali esistenti sul territorio, offrendo l’erogazione di prestazioni personalizzate e non più standardizzate. La creazione di questo modello integrato sarà supportata dalla realizzazione di corsi di formazione congiunti rivolti sia ai care manager sia agli operatori sociosanitari.
Inoltre, CrossCare prevede la sperimentazione di ausili tecnologici domiciliari che, collegati alla Casa di riposo e all’operatore domiciliare, permettano di registrare in tempo reale informazioni sulle attività dell’anziano, rassicurando in questo modo la famiglia sul suo stato di salute, facilitando e coordinando le eventuali operazioni di assistenza sociosanitaria.
Alessio Romito, Pamela Corrier, Fabio Della Pietra