PORDENONE – Il 2016 per la Cooperativa Itaca è stato un anno di crescita, consolidamento e potenziamento delle attività, che ha evidenziato l’ulteriore sviluppo dei processi di innovazione sociale a vantaggio dei clienti utenti, ma anche la crescita delle reti e delle collaborazioni che rendono più salde le relazioni con le comunità di riferimento.
I dati positivi riferiti all’occupazione confermano la forza del modello cooperativo Itaca, che valorizza (e non precarizza) il lavoro. Restano, tuttavia, insidiose le minacce esterne, come lo sfilacciamento e il depauperamento dei servizi di welfare con conseguente rischio di nocumento anche alla qualità dell’occupazione. Tra le criticità esterne, ancora, l’utilizzo improprio o irregolare delle molteplici forme di lavoro flessibile e alternativo regolamentato in questi ultimi anni, impiegato per ragioni di sostenibilità e troppo spesso sfruttato per profitto.
Un miglioramento delle condizioni contrattuali è atteso ormai da anni con il rinnovo del CCNL Coop Sociali. Nel 2016, dopo il deposito della nuova piattaforma contrattuale, si è avviata la trattativa. I primi contatti tra le associazioni di riferimento e le organizzazioni sindacali sono stati utili per sancire la necessità, per tutta la cooperazione sociale, di progredire compattamente evitando pericolose frammentazioni tra cooperative di inserimento lavorativo e cooperative di servizi socio assistenziali, o cooperative di dimensioni diverse o di territori diversi.
Resta aperto il nodo degli operatori sociali senza titolo, nello specifico i profili professionali degli operatori assistenziali ed educativi. Rispetto agli operatori assistenziali, la specialità della Regione FVG consente il vantaggio di accedere a percorsi di qualifica – gestiti esclusivamente da Enti accreditati dalla Regione – senza oneri per i partecipanti. Tuttavia, la carenza di risorse ha fortemente limitato l’attivazione di tali percorsi e questo ha determinato negli anni l’impiego di personale senza qualifica e l’onere per le cooperative sociali operanti nel territorio di attivare percorsi formativi professionalizzanti.
Nel corso del 2016 la Regione, riconoscendo le numerose denunce portate avanti dalla Cooperazione sociale, ha legiferato per stabilire la legittimità del personale operante nei servizi e spostato a fine 2019 l’obbligo di possedere i titoli richiesti. Un buon risultato che potrà essere consolidato e capitalizzato solo con una intensificazione dei percorsi formativi da parte della Regione stessa. Peraltro, proprio nel corso del 2016 e in particolare negli ultimi mesi, a seguito di concorso pubblico regionale, quasi il 20% del personale con titolo di Oss è migrato verso l’ente pubblico, aziende sanitarie in particolare. Anche gli educatori operanti nei servizi regionali (residenziali e territoriali) sono interessati da queste vicende, oggetto di una proposta di legge dell’On. V. Iori, dato che per anni personale privo di titolo – ma comunque in possesso di istruzione superiore, spesso laureati in materie attinenti e con lunghi corsi professionalizzanti – ha garantito egregiamente il funzionamento di servizi pubblici.
Sul piano dell’efficienza organizzativa, nel 2016 sono stati più di 200 i corsi di formazione progettati e svolti da Itaca, che hanno coinvolto oltre 1500 tra soci e lavoratori, alcuni in più di un corso (la somma individuale dei partecipanti ai singoli corsi è di quasi 4 mila partecipanti).
Non solo le condizioni dell’area lavoro risentono pesantemente di un contesto mutato, ma anche i presupposti del welfare, il nostro mercato di riferimento. Complessivamente, il mercato continua ad essere caratterizzato da una diminuzione quantitativa e qualitativa degli appalti pubblici, con contrazione di risorse disponibili, inasprimento della concorrenza, permanere della frammentazione degli interventi, macchinosità del quadro normativo e gestionale, peggioramento della visione politica d’insieme.
Oggi, quasi la metà delle famiglie in povertà assoluta è esclusa da alcune misure loro destinate (ad esempio, quelle correlate al lavoro) e i recenti interventi in materia di reddito di inclusione correggono solo parzialmente la frattura, vista l’esiguità delle risorse assegnate. Va evidenziato, questa volta positivamente, che la specialità della Regione FVG, seppur limitatamente, ha consentito di mitigare i drastici tagli dei fondi per le politiche sociali e la non autosufficienza (almeno dimezzati dal 2009 ad oggi) e di potenziare alcuni investimenti come l’innovativa Misura di Inclusione Attiva. Inoltre, sempre con riferimento agli aspetti positivi del nostro territorio, si segnalano l’esenzione Irap (provvedimento in essere da oltre 10 anni) e una estrema puntualità nei pagamenti degli enti pubblici locali.
Orietta Antonini
Presidente