CAPITANO TUTTE A NOI (Italia)

“La musica ci ha dimostrato di essere uno stimolo formidabile per aiutare a superare e a vincere le barriere, non solo del pregiudizio ma anche del pensare comune”. Così si presentano i Capitano tutte a noi, formazione musicale nata nel 2013 a Pordenone all’interno di un progetto della Cooperativa sociale Itaca, e attualmente formata da otto componenti. La vocazione principale del gruppo è quella dell’accoglienza, la musica diventa non solo veicolo di espressione artistica, ma anche strumento di crescita individuale, luogo di confronto in cui sperimentare la conoscenza dell’altro, senza pregiudizi.
La prima formazione consta di tre elementi, Tiziano Grendene, Beniamino De Piccoli e Paolo Galofaro. I tre moschettieri delle sette note si impegnano in un repertorio prettamente acustico, rivedendo brani di cantautori e musica leggera italiana, che presentano anche all’interno di Folkest a luglio 2013 a Pordenone. Tra il 2013 e il 2014 la formazione cresce nel numero dei componenti, arrivano Alan Pavic, che si dedica in un primo momento alle percussioni minori per poi passare definitivamente alla fisarmonica, Loris alla chitarra, specialista della musica anni ’70, e Valentina Ius, che predilige cantare in inglese. Al gruppo si aggiunge ad ottobre 2014 Domenico Ballancin in veste di drummer, tra tamburi, cembali e piatti.
Il gruppo compie così una virata dall’acustico all’elettrico e affronta alcuni brani del rock tradizionale (Doors, Eric Clapton, Jimi Hendrix, Beatles, Guns N’ Roses), senza però tradire i grandi cantautori italiani, ma riproposti in elettrico (Fabrizio De Andrè ed Eugenio Finardi in particolare). Nel corso del 2014 partecipa a diversi appuntamenti tra cui tre date di Folkest. Ad agosto alcuni componenti vanno in spedizione a Gemona del Friuli per seguire il concerto di Eugenio Finardi, lo incontrano e tornano a casa con l’autografo del loro beniamino: Capitano tutte a noi Rock on.
Caratteristica dei Capitano tutte a noi è essere un progetto aperto costantemente all’ingresso di altri componenti, anche solo per condividere un’esperienza musicale di ascolto dell’altro, in cui il gruppo, oltre che musicale, diventa una famiglia. Obiettivo del progetto “è superare i tabù – spiegano i musicisti -, integrare nel gruppo persone senza pregiudizi e aperte al confronto, che suonino altri strumenti in modo da arricchire il sound e il repertorio della band”. Perché la musica è anche una possibilità di riscatto.
“Ci piace anche occuparci della rivalorizzazione di brani, interpreti o band che non sono molto conosciuti dai giovani di oggi, e che invece hanno lasciato un’impronta nella storia della musica”. Ma i Capitano tutte a noi stanno anche preparando alcuni brani propri, in cui dar voce a gioie, paure e sentimenti di ogni giorno. “Le canzoni che stiamo scrivendo saranno un po’ la nostra biografia – spiegano i magnifici otto – per raccontarci e farci sentire, in fondo la musica è un bene comune di tutti e non ha pregiudizi nei confronti di nessuno”.
Nel 2016 entra nella formazione Paolo Paron, cantautore e tastierista, che aggiunge agli arrangiamenti le sonorità tipicamente vintage di piani elettrici e organi.
Il 2017 vede il ritorno del gruppo agli strumenti acustici per una personalissima rielaborazione di brani dei troppo spesso vituperati anni ’80, cercando di riportarne alla luce lo spirito intenso e poetico spogliandoli dai fasti di sintetizzatori e drum machines. Cure, Depeche Mode, Cindy Lauper rivivono nell’essenzialità di chitarre acustiche, fisarmonica e percussioni, in un omaggio al vissuto più intimo dei componenti del gruppo, che biograficamente appartengono a quell’epoca e ne raccontano speranze, leggerezza e passione.

Valentina Ius (voce), cresciuta tra wave, dark e Duran Duran, è la front woman intensa e graffiante;
Felice Bellucci (voce), un timbro cavernoso che richiama inevitabilmente i tormenti di Nick Cave o Johnny Cash, è il contraltare di Valentina;
Pino Dipaola (voce, percussioni), l’anima partenopea che contribuisce con i suoi toni melodici alle tessiture vocali del gruppo;
Beniamino De Piccoli (chitarra), chitarrista versatile e fantasioso, tra morbido finger picking e funambolici virtuosismi;
Paolo Galofaro (basso), esploratore di musiche mai scontate, tra cantautorato e indie rock;
Tiziano Grendene (chitarra, voce), amante del rock classico e del cantautorato elettrico italiano;
Domenico Ballancin (batteria, percussioni), anima punk rock della band.
Paolo Paron (tastiere, fisarmonica), partito dal blues, ama mescolare modernità e sonorità vintage

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