(STRA)ORDINARIAMENTE LENTI… DRITTI AL TRAGUARDO

telethon-5La “squadra Itaca” ha partecipato per la prima volta alla Staffetta Telethon di Udine

UDINE – Metri percorsi 178 mila, 24 ore di corsa, 7,5 chilometri all’ora la media, 20 operatori coinvolti, 14 persone diversamente abili in pista, 1 camper e felicità a 1000. Sono questi i numeri della prima partecipazione della squadra della Cooperativa sociale Itaca alla “Staffetta 24×1 ora di Telethon Udine” svoltasi il 3 e 4 dicembre scorsi.
Telethon è stata sì una gran fatica ma, soprattutto, è stata una grandissima festa. Una festa fatta di spuntini a tutte le ore, cene oltre la mezzanotte, una nottata trascorsa in camper senza chiudere occhio e tanti, tantissimi amici con cui condividere una due giorni straordinaria.
Cinti dalla nostra maglietta arancione, abbiamo affrontato l’anello di 1370 metri, nel cuore di Udine, incuranti del freddo notturno e dei crampi alle gambe, a testa alta dritti fino al traguardo dando il massimo di noi stessi. A volte, abbiamo pensato di mollare e di non farcela, perché – diciamocelo – non siamo proprio dei gran atleti, ma l’entusiasmo della gente ci ha trascinato, ci ha dato lo slancio per continuare e per raggiungere risultati oltre ogni nostra più rosea aspettativa.
Giunta alla 18^ edizione, la Staffetta Telethon è stata un evento unico nel suo genere in Italia, pensata per sostenere la ricerca scientifica contro le malattie genetiche rare. Negli anni, la staffetta è cresciuta sempre più, fino a coinvolgere nel 2016 a Udine ben 432 squadre, composte da agonisti e semplici amatori, per un numero complessivo di oltre 11 mila podisti che si sono scambiati il testimone nel cuore di Udine.
L’idea di formare una “squadra Itaca” è arrivata dagli operatori del servizio “Abitare Possibile” della Carnia e nasce dallo sviluppo di un progetto di inclusione sociale delle persone con disabilità. Lo scopo primario è quello di rendere i beneficiari dei nostri servizi pro-attivi rispetto al territorio, in modo da diventare una risorsa all’interno della comunità di appartenenza.
(Stra)ordinariamente lenti, il nome della nostra squadra, è l’elogio alla nostra lentezza. Lentezza che ci ha permesso di assaporare e goderci ogni momento di questa incredibile festa, dagli sguardi curiosi all’incitamento continuo del pubblico. Ma ci ha permesso innanzitutto di sentirci parte attiva della comunità e di un progetto che ci ha fatto crescere come gruppo ma soprattutto come persone.
Secondo voi ci fermiamo qua? Ma certo che no! Ci stiamo già allenando per l’anno prossimo e per passare da Straordinariamente Lenti a “Straordinariamente… Usain Bolt”.

Fabio Gardelli

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