PORDENONE – Politiche del lavoro e azioni collettive a tutela degli operatori privi di titolo, la continua tendenza alle esternalizzazioni di servizi tramite gare al massimo ribasso, la riforma del codice degli appalti, mutualità e democrazia partecipativa, una Governance (la nostra) che sia non solo momento di confronto interno ma contribuisca altresì a rafforzare i sistemi di welfare locali, e poi il rinnovo del CCNL delle Cooperative sociali. Sono solo alcune delle incognite che ci troviamo e ci troveremo ad affrontare nel corso della nostra navigazione.
Sul tema del lavoro auspichiamo un cambio di passo in termini di politiche complessive, volto all’ottimizzazione delle tipologie contrattuali, all’armonizzazione dei contratti di lavoro di primo e secondo livello, alle tutele nei passaggi di appalto, alle garanzie del rispetto complessivo delle regole del lavoro. Sono questi gli elementi strutturali, più della decontribuzione degli oneri previdenziali, di cui abbiamo bisogno per confermare ed estendere la forza del modello cooperativo.
Tra le azioni collettive per la difesa del lavoro e della professionalità di molti soci, nel corso del 2015 ci sono state, a cura di Aci Sociale Fvg, molte richieste di intervento rivolte alla Regione FVG sia per completare l’iter dei percorsi di ri-qualificazione degli operatori socio assistenziali, sia per riconoscere la presenza nel sistema sociale pubblico di molti educatori che finora, e negli ultimi trent’anni, vi hanno legittimamente operato.
La continua tendenza del sistema di esternalizzazione dei servizi attraverso gare al massimo ribasso è un fenomeno tutt’altro che in calo, ma sempre più spesso riparato da norme cavillose che annebbiano il sistema degli appalti pubblici appesantiti dalla contrazione della spesa. L’annunciata riforma del terzo settore, così come quello del codice degli appalti, le linee guida dell’Anac, appaiono un presupposto utile a migliorare la programmazione, la trasparenza e la correttezza ma non sufficienti se ad essi non vengono affiancati, non tanto e solo altri strumenti regolativi e di controllo, ma elementi in-formativi e culturali che recepiscano pienamente il senso e il merito delle politiche di welfare e degli attori che vi sono coinvolti.
Siamo ancora lontanissimi dalla possibilità che la capacità di valutazione della Pubblica Amministrazione possa estendersi ai nostri elementi identitari. Mutualità e democrazia partecipativa sono elementi su cui innestare azioni di sviluppo dell’economia sociale, da estendere poi alle comunità locali.
Ed è a partire dal modello di Governance che noi abbiamo il dovere di continuare ad investire sulla partecipazione e sul protagonismo delle nostre socie e dei nostri soci. Il Consiglio di Amministrazione uscente (rinnovato al 70% nel 2013) ha lavorato per acquisire conoscenze e competenze necessarie allo sviluppo qualitativo (più che quantitativo) della gestione, ha assunto decisioni strategiche rispetto a nuovi investimenti e ha anche approfondito ed elaborato nuove prassi per rilanciare il dialogo e lo scambio con i soci. In tal senso l’attivazione dell’istituto delle Assemblee separate e la revisione del Regolamento elettorale per l’elezione del Consiglio di Amministrazione dovranno divenire strumenti non solo di confronto e dialogo interno, ma luoghi e momenti di sviluppo dei legami con le comunità e i differenti portatori di interesse, nella prospettiva di contribuire a rafforzare i sistemi di welfare locali, il loro livello di aderenza ai bisogni delle persone e alla sostenibilità, la loro capacità di essere inclusivi e generativi di coesione.
Nel 2014 è stata erogata l’ultima tranche prevista dalla piattaforma di rinnovo del CCNL Cooperative sociali. È bene ricordare che il Contratto è scaduto il 31 dicembre 2012 ed evidentemente è in fase di realizzazione una nuova piattaforma tra le parti sociali. Ciò che auspichiamo è che non si ripeta quanto successo in passato: gli accordi di rinnovo dovranno essere accompagnati da ulteriori e concreti strumenti per renderne sostenibile e diffusa la sua applicabilità, senza quindi dover anche fronteggiare incongrue richieste di spending review o basi d’asta inadeguate.
Orietta Antonini