TRIESTE – Giovedì 19 maggio a partire dalle 10 il Consiglio regionale del FVG discuterà in aula la legge regionale per trovare soluzione agli oltre 5000 operatori “privi di titolo” operanti in Friuli Venezia Giulia. Lo annunciano le centrali cooperative regionali di Legacoopsociali, Confcooperative-Federsolidarietà e AGCI-Solidarietà, insieme a Circolo Acli Nuova Cooperazione e Gruppo spontaneo educatori Pordenone.
Lo scorso 11 maggio si è svolta l’audizione delle associazioni del settore presso la III Commissione del Consiglio regionale, in merito al disegno di legge di modifica dell’art. 36 della legge regionale 6/2006. Sono state sentite le associazioni Acli-Circolo Nuova Cooperazione, Agci-Solidarietà, Anep, Gruppo Spontaneo Educatori di Pordenone, Confcooperative-Federsolidarietà, Legacoopsociali, i sindacati Cgil e Cisl ed i responsabili dei due corsi di laurea di Udine (Educazione professionale) e Portogruaro-Trieste (Scienze dell’educazione).
“La proposta presentataci – affermano le organizzazioni – era quella nota, con qualche modifica secondaria dell’ultimissima ora (ad esempio, l’inclusione degli operatori dell’inserimento lavorativo dei disabili ex Legge 68/99). Valutiamo positivamente quanto proposto sul piano della tutela del posto dei lavoratori attualmente occupati. In primo luogo, il presidente della commissione, Franco Rotelli, ha proposto di modificare la norma attuale aggiornandola all’entrata in vigore di questa nuova legge. Ciò affinché la riqualificazione degli operatori “privi di titolo” non venga garantita solo a coloro in servizio da almeno due anni alla data di entrata in vigore della norma attuale, del 2006, ma a tutti coloro in servizio da almeno due anni alla data di oggi”.
“Sappiamo – aggiungono le organizzazioni – che nel pomeriggio dell’11 maggio la proposta è stata approvata a maggioranza dalla Commissione, con l’impegno della Giunta a presentare tre ulteriori modifiche in aula, che risponderebbero alle nostre richieste più urgenti: il già accennato spostamento del termine di presenza in servizio da due anni; lo spostamento di un anno dell’obbligo di possedere il titolo di Oss, dal 31.12.2018 al 31.12.2019, prendendo atto della nostra contestazione sul fatto che i corsi siano stati bloccati per tutto l’anno trascorso; una norma che preveda che, in sede di bandi di appalto, debba essere prevista la garanzia di riassunzione per tutto il personale in servizio”.
Complessivamente, “se le norme presentate in aula giovedì 19 maggio dovessero essere queste, così come è stato annunciato – concludono – allora la garanzia del posto di lavoro dovrebbe essere sicura; rimarrebbero invece aperte altre importanti questioni”.
Fabio Della Pietra