A Udine il viaggio lungo la Balkan Route di migliaia di profughi dimenticati rifiutati e respinti
UN PERCORSO DI FOTOGRAFIA SOCIALE E DI DENUNCIA A CURA DI OSPITI IN ARRIVO ONLUS NELL’AMBITO DI “VICINO/LONTANO”
Con Francesco Malavolta, Giulio Piscitelli, Paolo Youssef, Juan Carlos Marzi, Michele Biasutti, Veronica Andrea Sauchelli
Inaugurazione martedì 3 maggio h 18
UDINE – Bambini, tanti bambini, e poi donne, tante anche le donne, e poi uomini, anziani, disabili anche in carrozzina. Decine e decine di migliaia. E migliaia anche i chilometri percorsi tra fango, fiumi da guadare, sole, pioggia, stazioni ferroviarie, terra, mare, caldo e freddo. A dormire all’aperto, i più fortunati in tenda, o tra i binari. In condizioni che di umano hanno davvero poco. E poi, quando la meta sembra più vicina, ecco che innalzano i reticolati, le barriere. Non fosse stato per i fotografi e i fotogiornalisti che da mesi ne stanno documentando l’esodo e la fuga, avremmo potuto dire ai nostri figli che non sapevamo nulla dei profughi. Invece non è così. Perché, grazie soprattutto alla diffusione delle informazioni attraverso i social media e Facebook in particolare, oggi non possiamo dire che non lo sappiamo, e domani non potremo dire ai nostri figli che non lo sapevamo. Perché chi vuole vedere, chi vuole sapere, vede e sa grazie al lavoro di Francesco Malavolta, Giulio Piscitelli, Paolo Youssef, Juan Carlos Marzi, Michele Biasutti, Veronica Andrea Sauchelli e di tanti (professionisti) come loro che stanno raccontando le storie di decine di migliaia di persone provenienti da Maghreb, Iran, Pakistan, Siria, Afghanistan, Palestina, Iraq, Nepal, Rohingya, Hazara.
Uno, nessuno, tre milioni. Occhi sulla Rotta Balcanica è lo straordinario percorso fotografico a cura della onlus udinese Ospiti in Arrivo che sarà inaugurato martedì 3 maggio alle 18 alla Galleria Fotografica Tina Modotti di Udine. Un percorso di fotografia sociale, documentaristica e di denuncia che si snoderà anche tra una decina di librerie udinesi e che avrà una speciale finestra dedicata ai bambini. La mostra fotografica diffusa, che resterà aperta sino al 15 maggio, è inserita nell’ambito della 12^ edizione di “Vicino/Lontano”, Premio Terzani, Edizione 2016.
La Balkan Route. “Un’antica rotta di transito e crocevia di migrazioni, ora teatro di una crisi umanitaria e di diritto. Lungo quella rotta – spiega la onlus Ospiti in Arrivo, che l’ha percorsa anche recentemente -, confine dopo confine, umanità e disumanità si mescolano e intrecciano migliaia di storie. Vite in fila, in attesa perenne di un pasto, di un sacco a pelo, di un documento, di un posto”. Un viaggio che è scandito da una sorta di ritualità sempre uguale a se stessa: “binari che conducono a stazioni, treni che conducono a campi, luoghi di transito e di attesa, bus che conducono a confini, passaggi che conducono a quell’ultima tappa che non è altro che l’inizio di una nuova attesa”.
Perché lungo la Rotta Balcanica “il tempo e lo spazio sono sospesi”, e l’emergenza si cronicizza. Dell’emergenza l’Europa sta facendo esclusione, ricaccia indietro i profughi perché non li vuole, alza barriere e reticolati, sospende Schengen e lancia lacrimogeni e proiettili di gomma anche contro i bambini.
In campi di accoglienza a volte improvvisati (quando anche non lo sono lo diventano presto, trovandosi ad accogliere numeri elevatissimi di persone), in cui le condizioni di vita sono pessime come denunciano da tempo Medici Senza Frontiere, Unicef, Save the Children, UNHCR e tanti altri, decine di migliaia di persone, bambini, donne, uomini, anziani, cercano di sopravvivere e di vivere “il loro presente, cercando di ricostruire una loro quotidianità”. L’idea di Uno, nessuno, tre milioni. Occhi sulla Rotta Balcanica è “di restituire a queste genti, percepite nell’immaginario collettivo come uomini senza volti, un’identità individuale, fatta di gesti, sguardi, azioni”.
E Ospiti in Arrivo, tra i fotografi che documentano i continui passaggi lungo la Rotta Balcanica, ha scelto gli occhi di Francesco Malavolta, Giulio Piscitelli, Paolo Youssef e Juan Carlos Marzi. Scelti per la loro sensibilità narrativa e l’approccio empatico. I loro sono anche “i nostri occhi sul reale, occhi capaci di rilevare l’assurdità di quanto sta accadendo, impastata di segni di apparente normalità”.
E così ogni fotografia si fa documento e documentario, simbolo di denuncia e prova di quanto sta accadendo. Così ogni immagine entra nelle emozioni, permette di dare voce alla disperazione, alla paura, al dolore, all’incertezza di un futuro, e anche a quella del presente. Una mostra che non ha l’arroganza di “indicare dove guardare e cosa vedere”, ma che cerca invece di ripercorrere “un viaggio immaginario”, ma anche reale e concreto, fatto di persone a fianco di persone, che troppo spesso vengono viste in maniera indefinita, come fossero troppo lontane e diverse da noi per esistere davvero.
Osservando quelle immagini, facendole in qualche modo anche un po’ “nostre”, avremo la possibilità di percepire parte di quelle emozioni. “Gli occhi sulla Rotta Balcanica sono gli occhi di chi osserva, del visitatore che si mette accanto ai migranti in viaggio. Ma sono anche gli occhi di chi vorrebbe parlare, di chi cerca di aprirsi spazi di parola e di azione laddove i muri impongono solo marginalità ed esclusione”.
Il cuore della mostra verrà allestito negli spazi dell’ex Mercato del Pesce, Galleria Tina Modotti di Udine, che vedrà la compresenza dei quattro autori in un’esposizione che sarà realizzata attraverso un allestimento simbolico. Il pubblico, dotato di una mappa che indicherà il percorso da seguire, potrà fruire delle diverse suggestioni che verranno dislocate in vari punti della città, sperimentando in prima persona la ricerca, l’itinere, il passaggio, tanto familiari ai migranti di fronte ai cui occhi si troverà a riflettere.
Lo spazio della Galleria Tina Modotti verrà allestito con alcuni degli oggetti simbolo dell’esodo: le rutilanti coperte termiche di cui vengono dotati i migranti; il filo spinato, odioso strumento di separazione e contenimento; i braccialetti identificativi delle diverse nazionalità cui i migranti appartengono. Vedremo con i nostri occhi le Jungle, i campi, le stazioni ferroviarie, gli spiazzi di terra…
In contemporanea, una decina di 10 librerie della città di Udine ospiteranno altrettanti spazi espositivi corredati di pannelli infografici. Due i progetti speciali: la libreria Kobo Shop ospiterà un’installazione artistica sonora comprendente registrazioni originali realizzate lungo la Rotta Balcanica, mentre la Libreria per ragazzi La Pecora Nera proporrà un percorso originale rivolto al pubblico dei bambini e delle loro famiglie, ed esporrà materiali fotografici prodotti durante l’ultima missione della onlus Ospiti in Arrivo a Idomeni, tendopoli spontanea sorta sul confine greco-macedone.
Evento collaterale alla mostra sarà un instameet con gli Igers fvg (il circolo fotografico 2.0, per tutti gli appassionati di mobile photography e Instagram in Friuli Venezia Giulia – igersfvg.tumblr.com).
Fabio Della Pietra