JUDOKA2SP PER PREVENIRE IL DISAGIO GIOVANILE

Palazen 1Successo per la diretta europea dal Palazen di Pordenone, in occasione della Giornata mondiale del Judo

Pordenone

La diretta europea organizzata in occasione della Giornata mondiale del Judo è stata un primo grande successo. Pordenone ha celebrato così, lo scorso 28 ottobre, la Giornata Mondiale del Judo: alle 18.30 dal Palazen di Villanova, giorno del compleanno del fondatore della disciplina, Jigoro Kano, le realtà sportive – capeggiate dalla Federazione Libertas nazionale – che hanno immaginato e presentato all’Agenzia Nazionale Giovani Italiana il progetto “JudoKA2SP: Judo Key Action to Strengthen Prevention” – insieme a Horizons University di Parigi, Università di Valencia, Mcbit Slovenia e Cooperativa sociale Itaca -, si sono collegate in videoconferenza, al termine dell’allenamento con gli under 18, per un saluto collettivo con tutti i partner europei, onorando il tema scelto per quest’anno che è l’unità.

Obiettivo principale del progetto è creare una rete europea volta a sviluppare abilità e qualifiche specifiche nel judo riconosciute e certificate formalmente a livello nazionale ed europeo, favorendo la permeabilità tra ambiti diversi. Al via un corso di formazione a livello internazionale con il judo a fare da perno per intervenire sul disagio nei giovani dagli 8 ai 18 anni.

Polisportiva Judo Villanova di Pordenone (Italia) – associazione federata Libertas, capofila del progetto -, Arts Martiaux Compiegnois di Parigi (Francia), Judo Star Napoli (Italia), Judo Apir di Logrono (Spagna), Judo Klub di Capodistria (Slovenia) e Judokan di Valencia (Spagna) condividono ideologie e modalità di intervento e, attraverso la progettualità JudoKA2SP, hanno immaginato una serie di azioni in stretta collaborazione con le realtà del sociale.
Gli obiettivi prevedono di sviluppare nuovi approcci per rafforzare i percorsi di formazione di educatori giovanili e tecnici sportivi, attuali e futuri, per far fronte a esigenze sempre più complesse (bisogni educativi specifici, situazioni di devianza giovanile e di disagio sociale). Ma anche aumentare la qualità educativa degli interventi in ambito sportivo, potenziando le capacità di prevenire, monitorare e gestire le situazioni di disagio e di devianza giovanile.

La scelta del judo parte dall’assunto che tale disciplina implica regole di carattere educativo fondamentali per far fronte ad alcune situazioni di disagio-devianza propri dei target groups a cui il progetto si rivolge (8-18 anni). In particolare, a partire dall’esperienza multidisciplinare maturata all’interno del partenariato, si sono evidenziate tre aree di bisogni specifici sulle quali poter intervenire in maniera preventiva: le difficoltà cognitive e relazionali in aumento nell’ambito dell’istruzione primaria e la spesso conseguente dispersione scolastica a partire dalla secondaria di primo grado; un aumento della “sacca di disagio” giovanile, che per quanto non sempre conclamato e quindi non preso in carico dai servizi specialistici, si sta sviluppando ed alimentando, rendendo urgente un ridisegno delle risposte preventive per i giovani e le loro famiglie; nei casi di minori devianti e autori di reati, la necessità di costruire una vera alternativa al carcere dai contenuti fortemente rieducativi e adeguati alle singole personalità.
L’analisi di alcune esperienze positive portate avanti con successo attraverso il Judo dai partner di progetto, hanno permesso di immaginare un corso di formazione specifica per giovani tecnici sportivi che faccia tesoro di queste esperienze, affrontando in maniera dettagliata il potenziale educativo del judo. Tre gli assi fondamentali: “scuola”, adattamento della didattica del judo all’interno della scuola primaria, come strumento di prevenzione e di monitoraggio; “operatività di strada-prevenzione”, con utilizzo del judo nel campo dell’animazione giovanile e della prevenzione al disagio; “devianza”, utilizzo del judo nelle situazioni di devianza giovanile (ambito penale-messa alla prova, detenzione minorile).

Il corso di formazione immaginato (erogato in mobilità in tutti i Paesi partner) sarà sviluppato sulla base di tre incontri di formazione di breve durata fra tecnici esperti nei tre settori di intervento provenienti dai partner di progetto, e sarà teso a raggiungere l’obiettivo specifico di ottenere una certificazione formale, riconosciuta a livello nazionale e convalidata a livello europeo, del percorso formativo multisettoriale, volto a potenziare le competenze socio-educative dei tecnici sportivi del judo, per migliorare la presa in carico di giovani (8-18 anni) in situazione di disagio, devianza e con bisogni educativi speciali.
L’Università di Valencia, che vanta nel Dipartimento di Sociologia un’esperienza triennale nella valutazione d’impatto del valore educativo del judo nell’integrazione sociale, seguirà tutta la parte di sperimentazione didattica successiva all’erogazione del corso, in cui gli allenatori formati metteranno in pratica le lezioni apprese in gruppi test sui tre assi in tutti i territori coinvolti.
La validazione scientifica dei risultati sarà volta all’ottenimento di una competenza che sia spendibile e riconosciuta a livello europeo, in modo da favorire la mobilità degli operatori e la multiculturalità degli approcci.

Fabio Della Pietra

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