LE PAROLE SONO IMPORTANTI

Al centro, Vanni Colautti con Caterina Boria ieri alla Festa di Calicantus

Al centro, Vanni Colautti con Caterina Boria ieri alla Festa di Calicantus

Calicantus compie 11 anni e ricorda la figura di Ardea Moretti

Zugliano

Le parole sono importanti. Come le preghiere, non hanno (o non dovrebbero avere) alcun valore se non associate ad azioni, atteggiamenti concreti, costanti, partecipati, costruttivi, inclusivi. Che al Centro Balducci di Zugliano (Ud) l’accoglienza sia di casa non è una novità, che la reciprocità faccia parte del Dna della Comunità residenziale Calicantus di Pasian di Prato (Ud) è una realtà quotidiana. Accoglienza e reciprocità altre volte, invece, sono negate da parole che si accompagnano a fatti. Si pensi al recentissimo Mos Maiorum, la maxi operazione di polizia europea per controllare le frontiere e contrastare l’immigrazione irregolare, operazione non solo disumana, di più discriminatoria, persecutoria e razzista: migrare non dev’essere un reato ma un diritto.
Giovani e vecchi, donne e uomini, persone disabili, svantaggiate e normali (ma attenzione, che da vicino nessuno lo è), atei, cattolici, musulmani – le “categorie” potrebbero essere queste o altre o di più -, si sono incontrati ieri al Centro Balducci per abbracciare gli 11 anni di vita di Calicantus, assieme a tante comunità della disabilità e della salute mentale del territorio. Con partecipazione, serenità e vicinanza. Un incontro tra vecchi amici per aprirsi al mondo e alle persone, riflettere insieme, allargare e rafforzare le reti della conoscenza, della condivisione, della collaborazione. Per sostenere diritti e valori come la vicinanza, la fratellanza, l’aiuto reciproco al di là di ogni confine fisico, sociale, etnico, stigmatico, religioso, sessuale, culturale o di qualsiasi altro genere.
Calicantus non è solo un progetto, ma una possibilità, un’esperienza di vita quotidiana che attraversa le dimensioni della vita, della relazione fra storie e vissuti diversi, un impegno costante per fare e costruire comunità.
Così ieri 14 ottobre a Zugliano di Pozzuolo del Friuli – a pochi passi dall’ex manicomio, oggi Parco, di Sant’Osvaldo a Udine – il Centro Balducci ha accolto “FestInsieme”, l’11° compleanno della Comunità residenziale per persone disabili Calicantus, fortemente voluta dalla Cooperativa sociale Itaca. Un servizio aperto al territorio nato sulle orme dell’intuizione e dell’operato di Franco Basaglia, lo psichiatra veneziano che con la Legge 180 aprì le porte ad una nuova cultura nella salute mentale. La giornata ha visto la presenza del fondatore del Balducci, Pierluigi Di Piazza, e dell’attore e registra friulano Claudio Moretti, che ha condotto sapientemente e con delicatezza la giornata.
Curata da Itaca – c’erano la presidente Orietta Antonini, le vice presidenti Anna La Diega ed Enrichetta Zamò, la responsabile dell’area Disabilità Caterina Boria – e Centro Balducci, in collaborazione con la Comunità 9, la giornata ha visto la presenza del coro Nove per caso e della Cooperativa Al Benzachi, che si è occupata del pranzo comunitario. A seguire una allegra e singolare lotteria con premi per tutti gentilmente offerti dai laboratori delle Comunità. Per l’amministrazione comunale di Pozzuolo era presente il sindaco Nicola Turello.
Il coro Nove per caso ha aperto la festa, che è stata momento comunitario intenso di emozioni, dedicando ad Ardea Moretti (presenti il marito Vanni Colautti e le figlie Mara ed Erica) un brano di Giorgio Ferigo, “Timp”. Il tempo delle radici, ha sottolineato Claudio Moretti, incentrando il suo primo intervento sulla figura di Ardea, per anni responsabile dell’area Salute mentale di Itaca. Ardea, scomparsa all’inizio di quest’anno, ebbe un ruolo centrale nell’opera di smantellamento dell’istituzione totale di Sant’Osvaldo, l’ex manicomio di Udine. Moretti ha declinato magistralmente le parole di Gigi Bettoli (già presidente di Itaca e ora presidente di Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia), in una sorta di biografia di Ardea e del suo impegno. A dimostrazione che le parole sono importanti, di più quando si accompagnano ad azioni concrete. Per “andare avanti tutti assieme, ognuno facendo il suo, e facendolo sempre meglio”. A seguire uno stralcio della biografia su Ardea Moretti.

[…] Negli anni immediatamente successivi alla guerra, il padre Mario era stato amministratore provinciale di Udine per il Pci e, in quella veste, si era anche occupato della gestione dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale. Non è una semplice coincidenza riscoprire Ardea, cinquant’anni dopo, tra le protagoniste dello smantellamento di quello che rimaneva – alla fine del secolo – il più grande manicomio pubblico in Italia. […]
Quasi naturalmente, dal 1990 al 1996, passa a collaborare con il Dipartimento di Salute Mentale di Udine, avviando una serie di iniziative di studio e programmazione preparatorie dell’azione di smantellamento del manicomio di Sant’Osvaldo ed alla ricollocazione delle circa 600 persone che vi sono ancora presenti.
Nel 1996 Ardea inizia a lavorare con Itaca, una delle cooperative sociali (le altre sono quelle friulane riunite nel Consorzio Operativo Salute Mentale e la Cooperativa 2001 Agenzia Sociale di Trieste) che a partire da quel momento si assumono il ruolo di collaborare con la nuova direzione del dr. Mario Novello, con l’obiettivo della chiusura dell’ “istituzione totale” e dello sviluppo dei servizi territoriali di salute mentale.
Nei suoi primi anni di attività, Ardea ha la responsabilità di coordinare le attività relative alla salute mentale ad Udine, nella fase in cui vengono gradualmente smantellati i reparti, avviate le prime sperimentazioni di residenze (all’inizio utilizzando alcune palazzine a S. Osvaldo, poi fuori, nei vari paesi friulani) e la costruzione delle équipes territoriali. Parte del lavoro, suo e della cooperativa, viene trasposto nel libro di Letterio Scopelliti “Manicomio addio”, che viene elaborato in stretta collaborazione con Ardea.
Un anno dopo, nel 1997, Ardea diventa la responsabile del settore psichiatria (poi area salute mentale, perché anche le parole hanno un significante e un significato, ndr) della Cooperativa Itaca, ed inizia ad alternare la sua presenza tra gli uffici di Udine e Pordenone. Sono gli anni in cui si passa dalle prime piccole esperienze di comunità “aperte” gestite dalla cooperativa (a Mossa nel Goriziano, a Ronchis di Latisana nella Bassa, a Rorai Piccolo nel Pordenonese) in collaborazione con l’associazionismo ed i Centri di Salute Mentale, alla costruzione di quello che è un settore portante in una cooperativa che, nel frattempo, è diventata la principale in Friuli Venezia Giulia, ed una delle più grandi in Italia.
Ardea è stata per tutti questi anni la principale protagonista della costruzione di una rete di moderni servizi di salute mentale, in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sud Tirolo, gestiti da una cooperativa di operatori che, merita ricordarlo, non è altro che una “filiazione” di una cooperativa di lavoro di utenti della salute mentale: la Coop Service Noncello (oggi Coop Noncello, ndr), che era stata proprio oggetto negli anni precedenti di uno dei primi studi di analisi aziendale di Ardea.

Fabio Della Pietra

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