PROGETTO ARGENTO VIVO

Il lavoro integrato che porta all’innovazione

 

Azzano Decimo

Dal lavoro integrato tra Neuropsichiatria Infantile, Ambito Sud 6.3 di Azzano X ed educatori della Cooperativa Itaca è nato il progetto “Argento Vivo” volto al lavoro in piccolo gruppo con bambini in difficoltà relazionali.

Da tempo, attraverso le figure del Monitor Disagio dell’Ambito si era evidenziata la presenza di molteplici casi di difficoltà comportamentali/relazionali in contesto scolastico e dopo una attenta analisi del problema si è deciso di promuovere un progetto educativo di gruppo che coinvolgesse le classi 4^ e 5^ elementari degli Istituti comprensivi di Pasiano di Pordenone e Prata di Pordenone, allo scopo di prevenire ed arginare episodi di escalation comportamentale. Le insegnanti delle scuole hanno collaborato con il Monitor Disagio ed il Servizio di Neuropsichiatria Infantile nell’individuazione di un iniziale gruppo di bambini che potevano essere coinvolti nel progetto. L’obiettivo era preventivo per cui doveva coinvolgere solo bambini che non presentassero certificazioni diagnostiche da parte dei servizi specialistici (Neuropsichiatria Infantile e La Nostra Famiglia). Di fatto, per individuare un percorso che aiutasse a superare alcune importanti criticità relazionali si è giunti ad individuare un gruppo di 5 bambini, alcuni certificati ed altri non, ma che si assomigliavano per caratteristiche comportamentali.

Il progetto è stato presentato alle famiglie, che hanno accettato di partecipare, ed ha avuto corso da gennaio a marzo del 2014 con incontri bisettimanali, di un’ora e mezza ciascuno, presso la sala “Fondi” sottostante il teatro Gozzi di Pasiano di Pordenone.

Gli incontri sono stati condotti da due educatori professionali della Cooperativa Itaca utilizzando tecniche cognitive comportamentali volte a fornire maggiori abilità di riconoscimento e corretto etichettamento dei propri e degli altrui stati emotivi, riconoscimento e modifica dei comportamenti problema, decentramento ed introspezione, acquisizione e consolidamento di abilità prerequisite per la vita di classe (ignorare le distrazioni, chiedere aiuto, rivedere le regole di gruppo, partecipare alla conversazione…), abilità per fare e mantenere amicizie (aiutare un compagno, condividere, chiedere scusa, conoscere e comunicare le proprie emozioni, controllare la propria collera, affrontare la collera altrui…).

Sono state utilizzate schede di lavoro, immagini, tabelloni e tecniche di modelling e role play. Sono state, inoltre, insegnate ai bambini ed alle famiglie tecniche di token economy utili alla generalizzazione degli apprendimenti in contesti diversi dal luogo di incontro del gruppo.

L’attività è stata monitorata in corso d’opera attraverso contatti informali con gli educatori ed incontri tra operatori, famiglie e una insegnante rappresentante della scuola.

Ad inizio ed a fine percorso sono stati consegnati alle insegnanti, agli educatori ed alle famiglie dei questionari che potessero descrivere comportamenti e stati emotivi dei bambini coinvolti nel progetto (Questionario sulle capacità e sulle difficoltà Sdq-Ita) al fine di monitorare l’efficacia del percorso educativo proposto.

In termini di esito di percorso è possibile dire che, per alcune situazioni questa esperienza ha dato alle famiglie la possibilità di conoscersi meglio e di meglio riconoscersi nella comunanza delle difficoltà di gestire alcune dinamiche relazionali e comportamentali dei propri figli. In generale si è trattato di una esperienza relazionale che la maggior parte dei partecipanti ripeterebbe e che ha permesso a tutti i bambini di riflettere sulle conseguenze sociali che taluni loro comportamenti implicano all’interno di un gruppo. La possibilità di rivedere se stessi rispecchiandosi nei momenti di difficoltà altrui li ha anche visti coinvolti in una importante riflessione in merito al “prendere in giro”/”essere presi in giro”, tema scottante e fonte di importante frustrazione per tutti loro. Sia da parte delle famiglie che dei bambini coinvolti vi è stato un apprezzamento per alcune tecniche di autocontrollo ed automonitoraggio emotivo e comportamentale, che in alcuni casi hanno utilizzato anche in contesti diversi dagli incontri formativi esperienziali.

Come punti di criticità di questo progetto si possono annoverare la difficoltà a generalizzare in altri contesti gli apprendimenti ed a mantenere nel lungo tempo quanto appreso. Per quanto riguarda la raccolta dati sull’efficacia dell’intervento, le difficoltà sono ascrivibili sia al reperimento di tutti i questionari (fenomeno di drop out) sia alla loro possibile rielaborazione statistica dato che si tratta di un campione molto piccolo di soggetti.

Per quanto riguarda le prospettive future si prevede di riproporre l’attività rivolgendola ad un nuovo gruppo di soggetti, con particolare attenzione ad individuare situazioni non cliniche ove sia possibile, al fine di non perdere di vista l’obiettivo di prevenzione della emarginazione sociale e della negativa esperienza scolastica soprattutto sul piano delle relazioni tra pari e con gli insegnanti.

Si ringraziano per la collaborazione e la fiducia tutte le famiglie ed i bambini coinvolti, gli Istituti comprensivi di Pasiano di Pordenone e Prata di Pordenone, le amministrazioni comunali di Pasiano di Pordenone e Prata di Pordenone, l’assistente sociale dei Comuni coinvolti, l’Ufficio Tutela Minori e il Monitor DisAgio dell’Ambito Distrettuale Sud 6.3, il Monitor Disagio, il Servizio di Neuropsichiatria Infantile di Azzano X e la Cooperativa Itaca.

Npi di Azzano X – Ambito Sud 6.3 – Cooperativa Itaca

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