Diario di viaggio di una gita europea
- Un racconto per immagini
Praga
Piazza di Spagna settembre 2013
“…e allora il prossimo anno dove andiamo?”, “Beh… all’estero, chiaramente!”. Quella che era sembrata una boutade durante la gita a Roma è diventata realtà. Calicantus e Casa Carli, due comunità gestite dalla Cooperativa Itaca, dell’area disabilità, la prima di Pasian di Prato, la seconda di Maniago, sono riuscite ad organizzare una gita europea: 3 operatori, una coordinatrice e 8 utenti (3 da Casa Carli e 5 da Calicantus) il 12 maggio partono per Praga toccando nel loro itinerario anche Salisburgo e Monaco di Baviera. Gran parte dei ragazzi non erano mai stati all’estero e questa si è rivelata proprio una bella avventura, che anche questa volta ha fatto scoprire a tutti i partecipanti le bellezze del mondo e l’incanto delle proprie risorse nascoste. Questo è il diario della 5 giorni dell’ormai collaudato “gruppo vacanze Calicarli”.
12 maggio 2014
Pronti, via! E dopo 5 Km dobbiamo già tornare indietro, perché abbiamo dimenticato la macchina fotografica. Allora, ri-pronti, e via! direzione Cittàfiera, dove ci incontriamo con i compagni di Calicantus, i veri inventori di queste due esperienze impensabili fino ad un paio di anni fa. Baci, abbracci, saluti ai santoli e via verso l’Austria, anzi no, prima tappa al bagno del centro commerciale per liberare il corpo, visto che lo spirito è già in modalità vacanza.
Solito trenino con Casa Carli in macchina dietro al furgone di Calicantus – quest’anno sono una grintosa Punto e uno Scudo fiammante. Il trenino non è così semplice, perché spesso si deve zigzagare al limite del consentito, per non perdere di vista quel furgone là davanti, e fortuna che il copilota non ha quell’ansia da paraurti fuso al mezzo davanti.
I discorsi riguardano soprattutto la geografia e la geopolitica: “La Russia confina con l’Italia?”, “ E’ già finita l’Australia?”, “ Dove vivono gli indiani?”, “ E quelli che suonano il flauto al mare”, “ Che lingua parlano qua?”, “E i tedeschi dove sono?”, “Ciao bella”, “Ma perché la Russia vuole fare la guerra con l’Ucraina?”. Prima tappa a Salisburgo dove non possiamo che gustarci una wiener schnizle, ma senza birra, siamo pur sempre al lavoro; le porzioni ricordano quelle “Da Gianni” a Gorizia, ma vista la tanta fame, niente avanza sul piatto. Segue giretto per il centro della cittadina austriaca, un saluto a Mozart e poi di nuovo in strada direzione Repubblica Ceca, nome di stato che fatica a rimanere nelle menti dei vacanzieri. Dopo tanti chilometri di autostrade e boschi arriviamo finalmente al nostro campeggio, prendiamo possesso dei nostri bungalow e poi, dopo aver appoggiato i bagagli, via a cenare in un bel ristorante di classe, dove iniziamo a mangiare verso le 22.30: chissà quanti sogni stanotte…
13 maggio 2014
Vista l’ora tarda di ieri, risveglio lento, alle 9.00 docce e poi partiamo per Praga; ma prima bisogna cercare un bar per la colazione e la scelta va a cadere su un benzinaio, con comodo bar annesso. Facciamo quindi conoscenza con le macchinette a gettoni per i vari tipi di caffè, che faranno esclamare a Giovanni “Come sono indietro questi, noi abbiamo le monetine, mica i gettoni come una volta!”; Paola inizia a spinare 12 cappuccini, mentre Jerry porta le brioche al tavolo: sarà un rituale che ci accompagnerà per tutta la gita.
Partiamo quindi alla scoperta di Praga, dopo aver trovato due comodi parcheggi. Passeggiamo quindi in direzione del Ponte Carlo, con degli scorci meravigliosi impreziositi dal temporale in arrivo, che dona al tutto una luce particolare. È già ora di pranzo il che ci consente di salvarci dall’acquazzone, Jerry va in perlustrazione e ci da il via libera per il locale, ristorante dall’aspetto lussuoso. La cameriera Marta ci fa accomodare in una saletta tutta per noi, sembra di stare a palazzo nel periodo degli Asburgo, ci mangiamo delle ottime bistecche di maiale e pollo con patatine e cous cous; il conto finale è sorprendentemente basso.
Rientriamo nella parte antica di Praga, ma tra le viuzze del centro il piede di Beppino inizia a fare male, un mix di scarpe scomode e calzini extra la causa del dolore, andiamo quindi al centro commerciale per risolvere il problema. Per la cena la miglior applicazione di casa Apple, Siri, ci consiglia un caratteristico locale un po’ troppo fumoso, dove tra incomprensioni linguistiche e titubanze, riusciamo a mangiarci un piattone di pollo, patatine, prosciutto di Praga e verdure, solo i vestiti resteranno delusi, perché intrisi dell’odore acre del tabacco. Sugli schermi i mondiali di hockey seguiti con interesse dagli avventori del pub. Uno di loro si intrattiene con noi, facendo da traduttore tra ceco e inglese. Poi è ora di tornare al campeggio.
14 maggio 2014
Little boxes… suona la sveglia e sono le 8.00, una super dormita per riprendersi dalle fatiche del giorno prima, docce, colazione al solito posto e siamo di nuovo in città, questa volta nella zona del castello, facciamo visita alla cattedrale di San Vito, che lascia tutti di stucco per la sua grandezza e bellezza. Ammaliati dalle colorate vetrate della cattedrale, passeggiamo nel vicolo d’oro, tra le case colorate degli orafi e prima ancora della guardia del re, dove al numero 22 per un paio di mesi ci visse anche Frank Kafka con la sorella.
È ora di pranzo e ci facciamo attrarre dal palazzo Lobkowick, dove gustiamo gulash e lasagne, con la pancia piena ci dirigiamo nella piazza della città vecchia, dove un musicista olandese con la sua chitarra attira il grandissimo apprezzamento del gruppo, così come il giovane hippy, creatore di bolle di sapone giganti, che attraversano il cielo limpido. Allo scoccare dell’ora c’è poi lo spettacolo della torre del municipio con il suo orologio astronomico e i 12 apostoli che scorrono uno dopo l’altro.
Decidiamo quindi di dedicarci allo shopping nei vari negozietti di souvenir: magliette con la scritta Praga, cartoline, bicchieri, matrioske, questi i pezzi più ricercati dai gitanti. Andiamo poi a rivedere il Ponte Carlo in notturna, con i lampioni accesi ad illuminare le statue dei santi, ci torneremo anche dopo cena al chiarore di una luna piena luminosissima e di stelle, buon presagio per il giovedì.
15 maggio 2014
Colazione al solito posto e poi riusciamo a parcheggiare proprio nel centro della città nuova, in piazza Venceslao, la zona più alla moda. Foto con la statua bronzea seduta su una panchina pronta a farsi abbracciare dai turisti e poi è tutto un susseguirsi di concertini, dal signore che suona le corde di un piano aperto, fino al gruppo celtico con musicisti vestiti in lungo nero e con stivali con la punta arricciata. Calicarli gradisce parecchio, con forti applausi e “bravi” gridati a gran voce.
Pranzo in un ristorante italiano, “Buschetto”, un misto tra boschetto e bruschetta, con decorazioni rupestri. Dobbiamo tornare un momento al campeggio per questioni burocratiche, poi torniamo immediatamente nella capitale ceca, per concederci un aperitivo guardando il tramonto; la cena l’avevamo desiderata già il giorno prima e la scelta era caduta su questa nave ristorante, “Marina Grosseto”: la nostra ultima cena praghese e il locale non deludono le attese, per l’occasione gli ospiti di Calicarli mangiano in un tavolo tutto per loro, mentre gli operatori osservano da quello accanto, l’esperimento funziona e le controversie vengono gestite in autonomia. Poi si torna alle casette con la scorciatoia sterrata notturna.
16 maggio 2014
Si parte prestissimo, alle 6.45 siamo già on the road, destinazione Monaco di Baviera, dove arriviamo verso mezzogiorno; giretto in centro con foto assieme a Pinocchio, al soldato di ventura e ad una dama bianca, tutti figuranti dell’immobilismo. Pranzo in un ristorante tipico bavarese, con camerieri e cameriere in abito tradizionale. La compagnia apprezza ancora una volta. Poi è tempo di tornare verso casa, perché la strada è ancora lunga, ma non così lunga da non consentirci un’ultimissima cena a San Daniele in tarda serata, prima che le due casate si salutino, pronte a ripartire il prima possibile l’anno venturo.
Resteranno memorabili i ricordi espressi durante il ritorno “Mi sono piaciuti il mare e la montagna”, “Bella Montecarlo”, “Ma la Cagna è italiana?” riferiti al fiume Moldava e alle colline di Praga, a Monaco di Baviera e alla Carnia, indici del fatto che saranno necessarie altre vacanze del genere per consentir loro di ricordare in maniera indelebile tutte le bellezze incontrate durante il viaggio…
Simone Orlando