ITACA UN DESTINO NON SCONTATO

Interviste a confronto da Cervignano: Clizia Spolaor, operatrice socio assistenziale presso una casa di riposo, e Lenny Cruz, l’anima caliente del consiglio di amministrazione: una crede nel destino e l’altra no, ma per entrambe ci sono ingredienti professionali fondamentali e non scontati

 

Pordenone

Clizia Spolaor 4Clizia Spolaor – Clizia è una Oss che lavora in Itaca dal 2011 ma diventa socia nel giugno 2013. Dapprima conosce la Cooperativa come assistente assunta per la sostituzione delle ferie estive, ma ben presto entra stabilmente in organico. Ha sempre lavorato nella zona del Basso Isontino, nella Casa di riposo di Fogliano, nella Residenza protetta di Gorizia, fino ad approdare in pianta stabile nella Casa di riposo di Cervignano, dove è a tutt’oggi. Clizia è una giovane dell’85, che però mostra una grande maturità di ruolo, tanto da riuscire in pochi anni ad emergere e ad essere selezionata per partecipare al corso Raan (Referente attività assistenziale di nucleo) per prepararsi ad assumere questo delicato incarico in futuro. Clizia è una lavoratrice ed una studentessa, difatti oggi è iscritta al Corso di laurea in Scienze del Servizio sociale all’Università degli studi di Trieste e ammette di voler continuare a crescere e a migliorarsi, e come socia dice che Itaca le offre tante opportunità per concretizzare questo suo desiderio.

Lenny 2Nereyda Cruz Ochoa (Lenny) – In Itaca dal 2002, da sempre lavora nei servizi residenziali per anziani dapprima come Oss e successivamente come coordinatrice. Lenny, così la chiamano tutti, dimostra che la professionalità e la preparazione, uniti a tenacia e alla chiarezza, possono portare a risultati importanti; così Lenny, straniera, madre di due ragazzi e nonna di Noel, è coordinatrice di una grande struttura che Itaca gestisce da oltre 10 anni. Si definisce una donna dalle poche parole… ma buone, che ha scelto di candidarsi perché, nonostante i mille impegni tra l’essere una lavoratrice che coordina oltre 30 operatori, una madre, una nonna e una compagna, vuole poter essere utile alla Cooperativa e incidere nelle scelte della stessa, apportando la sua maturità di socia e restituendo il proprio impegno e le competenze che nel tempo Itaca l’ha aiutata a conseguire.

 

Per fare la tua professione cosa ci vuole?

 Clizia – Per svolgere il ruolo di operatore socio sanitario bisogna essere in grado di “unire il fare con il pensare”. Tale capacità si raggiunge tramite una formazione continua dove l’empatia e il pensiero divergente sono componenti inscindibili.

Lenny – Secondo me per fare questo lavoro si deve avere una forte dote a“reggere lo stress”, la metto come priorità, poi avere abilità di problem solving applicato a tutto campo e soprattutto relazionale, sapere cosa è più importante e cosa lo è meno. Sapere esercitare il proprio ruolo, nonché competenze e molta diplomazia.

 

Credi nel destino?

Clizia – Sì, credo nel destino ma anche nel libero arbitrio.

Lenny – No, ciò che ci accade è frutto delle scelte personali, blocchi che noi stessi mettiamo e che ci limitano, non mi piace l’idea che siamo delle marionette in mano a qualcosa di intangibile.

 

Da quando sei diventata Oss, cosa è cambiato?

Clizia – Non parlerei di cambiamento della mia persona, piuttosto di una crescita di sensibilità e competenza.

 

Da quando sei diventata consigliera di amministrazione, cosa è cambiato?

Lenny – A dire il vero è cambiata la mia visione della cooperativa, perché ora non vedo i problemi solo all’interno del mio settore, e devo dire che sto imparando molte cose.

 

Qual è il tuo piatto preferito?

Clizia – Pizza al radicchio di Treviso.

Lenny – La più difficile delle domande… perché io in realtà non ho uno ma tanti piatti preferiti. Cibo messicano ovviamente, poi se devo proprio scegliere, mi vengono in mente la parmigiana di melanzane, cacciucco alla livornese, orecchiette con le cime di rape e gamberoni fritti.

 

Dovendo dare un consiglio ad una ragazza/ragazzo per una realizzazione professionale e personale futura, cosa diresti?

Clizia – Il primo consiglio che mi sentirei di dare è comprendere la differenza tra la realizzazione professionale e personale, mantenere un’apertura mentale per una formazione costante nel tempo.

LennyQuello che ho detto ai miei figli: scegliete quello che a voi piace, che sia panettiere o parrucchiera, medico o avvocato, ma dovete farlo con passione, che vi diverta anche (magari) cosa c’è di più bello che lavorare divertendosi ed essere pagati? E per quanto riguarda la realizzazione personale, viaggiare per vedere cosa c’è là fuori, e per ultimo ma non meno importante: restare in silenzio per ascoltare se stessi

A cura di Orietta Antonini

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