BAGNO DI FOLLA PER VANDANA SHIVA

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Pordenone

Bagno di folla lo scorso 22 settembre a Pordenone per Vandana Shiva, l’attivista politica e ambientalista che da anni si batte per cambiare pratiche e paradigmi nell’agricoltura e nell’alimentazione. Impegnata anche sul tema dei diritti sulla proprietà intellettuale, biodiversità, biotecnologie, bioetica, ingegneria genetica, nel 1993 ha ricevuto il Right Livelihood Award, sorta di Premio Nobel ‘alternativo’ che è un riconoscimento agli sforzi compiuti da persone e gruppi, in particolare del Sud del mondo, per una società migliore e un’economia più giusta. Vandana Shiva è tra i principali leader dell’International Forum on Globalization, tra le sue battaglie, che l’hanno resa famosa anche in Europa, vi è quella contro gli Ogm e la loro introduzione in India. Due gli appuntamenti che l’hanno vista presente nella Città sul Noncello, il primo all’interno di Pordenonelegge 2013 in Largo San Giorgio, il secondo organizzato dal Coordinamento Biodiversità del Friuli Venezia Giulia presso il Parco San Valentino per la presentazione dell’Appello per la tutela della biodiversità in regione proposto dal Coordinamento stesso.

Nel corso dell’incontro al San valentino, il Coordinamento ha chiesto alla Regione Fvg di distruggere i campi di mais Ogm prima del raccolto e di monitorare il territorio per verificare l’esistenza di altri campi Ogm. Al Governo è stata chiesta la revisione della legge in materia.

Vandana Shiva ha sottolineato con forza che “è illegale che qualche agricoltore si sia permesso di piantare mais Ogm in una regione come il Friuli Venezia Giulia che si dichiara anti Ogm, proprio nel momento in cui la multinazionale Monsanto dichiara di volersi ritirare dal mercato europeo. I processi legislativi vengono portati avanti nell’interesse dei gruppi multinazionali, è tempo che i movimenti democratici nati dal basso affrontino la battaglia. Dovete ricordare agli agricoltori di non essere anti sociali, perché appartengono a una comunità. Bisogna che le persone sostengano il loro diritto ad avere un cibo sano. Il futuro del cibo e di quei semi, (gli Ogm) che non sono sani, non può essere determinato dalla Monsanto”.

Galleria fotografica (Fabio Della Pietra)

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