Ottima Senior al Forum Non Autosufficienza di Bologna
Bologna
La 5^ edizione del Forum Non Autosufficienza, prevista il 20-21 novembre al Centro congressi Savoia Hotel di Bologna, sarà dedicata a “Strumenti, idee e soluzioni per l’innovazione sociale e il welfare di cura”. Sarà presente anche il Gruppo Ottima Senior con un workshop calendarizzato la mattina del 21 novembre ed intitolato “Il Metodo Gentlecare nell’Assistenza alla Demenza e all’Anziano Fragile. Spazio, Persone Programmi per una migliore qualità vita”.
Occuparsi di anziani non è facile, un confronto quotidiano con la perdita, con il corpo che spesso non riesce a seguire i pensieri, con il tempo che scorre. Occuparsi di anziani affetti da demenza è ancora meno facile.
Si definisce demenza, fra cui la malattia di Alzheimer è la forma più diffusa, la sindrome caratterizzata dalla perdita di funzioni intellettive tale da interferire con le attività sociali e da determinare cambiamenti di comportamento e da modificare la personalità, quindi perdere qualcosa che c’era. Perdita progressiva delle funzioni cognitive (memoria, linguaggio, prassia …), delle autonomie della vita quotidiana (vestirsi, alimentarsi, … ), perdite sociali.
Scrive nel suo diario C. S. Henderson “In effetti le persone con l’Alzheimer pensano, forse non pensano le stesse cose delle persone normali, ma pensano. Si domandano come le cose succedono, perché succedano in un dato modo. Ed è un mistero”.
Si perde la memoria e si perde il linguaggio … ponti verso il contatto con il sé e con gli altri. Perdurano le emozioni, perdura il corpo come ponte fra “interno” ed “esterno”. L’incidenza delle sindromi demenziali è strettamente correlata all’aumento dell’età. Secondo alcune indagini epidemiologiche i quadri demenziali conclamati, cioè giunti all’osservazione del medico, colpiscono il 2,3% dei soggetti fra i 65 ed i 69 anni, passano al 2,8% nell’intervallo 70-74 anni, ed al 5,5% nell’intervallo 75-80 anni d’età, per raggiungere il 22% oltre gli 80 anni. In pratica, quindi, un’ultraottantenne su cinque sarebbe demente.
Alla luce di questi dati risulta evidente la necessità di una progettazione e gestione dei servizi supportata da un’alta professionalità e da una forte interdisciplinarità. Numerosi studi testimoniano che la progettazione e la gestione adeguata degli ambienti di vita per le persone affette da demenza riduce drasticamente i problemi del comportamento quali l’agitazione, l’aggressività, il girovagare e rallenta il declino delle capacità funzionali, promuovendo così il benessere della persona e diventando così elemento “terapeutico”.
“Quando iniziai ad occuparmi di persone anziane – spiega Laura Lionetti, referente in Ottima Senior per la Cooperativa sociale Itaca -, mi resi conto che molti residenti delle strutture erano affetti da demenza, patologia di cui si sapeva poco. E proprio cercando risposte ed esperienze che mi potessero aiutare, per la prima volta nel 1995 in visita l’Istituto Golgi di Abbiate Grasso (MI) venni a conoscenza del modello Gentlecare.
Un’esperienza che rimane nei miei ricordi, forte e determinante. Il nucleo Alzheimer allora era accolto in un’ala della parte antica dell’edificio: grandi camerate, lunghi corridoi, spazi ricavati da quello che un tempo era un convento.
Ma c’era una forza speciale tra le persone che ci accolsero: passione, amore, energia che aveva reso possibile, con i mezzi a disposizione, la realizzazione di qualcosa di speciale. C’era l’angolo morbido per le attività con le persone chiuse nella loro postura fetale, la cucina utilizzata anche dai familiari, il rifacimento dei letti che gli operatori compivano con gli anziani, la percezione di una reale interazione tra le figure professionali.
Di quel viaggio mi rimase un pensiero: che qualcosa si poteva fare, in ogni luogo, con le risorse esistenti, a patto di crederci.
Studiai così il modello: la formazione con il gruppo dell’Istituto; il manuale in inglese; i convegni con Moyra Jones, per applicarlo poi nei servizi per anziani.
Perché scegliere un modello di riferimento? Il modello è un insieme di idee che serve a pianificare l’azione, è una mappa che ci orienta nell’azione e ci permette di sapere perché facciamo le cose che facciamo”.
Perché Gentlecare? Gentlecare è applicabile nei diversi contesti, realizzabile con modalità diversificate a seconda delle risorse, si basa su fondamenti semplici, e ci sollecita a rispondere costantemente a queste semplici ma essenziali domande: stanno bene gli anziani che ci sono affidati? Qual è la qualità della vita della loro esistenza quotidiana? Come se la cavano le loro famiglie?
L’impegno in questo campo e la scelta del modello diede vita nel 2005 al Gruppo Ottima Senior, incontro tra l’architetto Enzo Angiolini, la referente italiana per Gentlecare dott.ssa Elena Bortolomiol e la Cooperativa Itaca.
Il Gruppo nel 2011 ha ottenuto la licenza esclusiva del marchio per l’Italia e l’Europa dalla società Moyra Jones Resources Ltd e ha elaborato le Linee guida per l’applicazione del Modello Gentlecare. Progettazione, formazione, consulenza sono state le attività svolte in questi anni.
I risultati riscontrati nei servizi in cui il modello viene applicato, evidenziano nelle persone con demenza il rallentamento del decadimento cognitivo, la gestione dei disturbi del comportamento in una logica di prevenzione attraverso la definizione e controllo dei fattori scatenanti, il recupero e mantenimento dell’abilità sociali; per i familiari e il personale, la riduzione dello stress e l’aumento della percezione di poter influire sui risultati.
Spazio, Persone, Programmi sono i tre elementi del pensiero globale che sottendono anche all’organizzazione dei servizi. Il personale ad esempio, che rappresenta il principale agente terapeutico, va selezionato con modalità che permettano di valutare la presenza di caratteristiche Gentlecare come la flessibilità, il senso dell’umorismo, la capacità di osservare, l’uso di un linguaggio chiaro e obiettivo, esperienze di vita positive con gli anziani, la capacità di risoluzione creativa di problemi.
Il percorso di accoglimento della persona con demenza nel servizio deve prevedere alcuni elementi fondamentali per la conoscenza: primo colloquio informativo, con un familiare o una figura di riferimento, presso la sede del servizio; la visita domiciliare; la visita pre-ingresso, la compilazione di una scheda biografica, l’inserimento graduale.
Cruciale inoltre è l’alleanza terapeutica tra famiglia e operatori, che si rende concreta nel coinvolgimento dei familiari nell’elaborazione del progetto individualizzato, in una constante informazione, nella programmazione di incontri informativi, nella possibilità di sollievo nella cura.
L’ambiente che stimola serenità, stempera lo stress e le paure, aiuta a ritrovarsi e a ritrovare l’ambito che il nostro cervello mantiene come “famigliare”. Il luogo adatto a consentire al personale il massimo dell’operatività e della produttività.
Quello “PROTESICO” è un ambiente adeguato a rispondere alle esigenze non solo degli affetti da demenze ma di tutti gli anziani e a rispondere in maniera più adeguata al tema delle disabilità in genere.
Il Metodo Gentlecare è diventato quindi, in maniera chiara e definita, il riferimento anche architettonico per tracciare interventi progettuali del presente e del futuro, applicato quindi al taglio degli spazi per l’individuazione dei corretti rapporti spaziali e visivi, metro di individuazione dei materiali e dei colori, stimolo per l’individuazione della corretta illuminazione naturale e artificiale, sprone per la creazione di nuove forme di arredo maggiormente rispondenti ai bisogni del singolo anziano e quindi anche dei nostri bisogni.
www.ottimasenior.it
Programma
Ore 9.00 – Inizio dei lavori
ASPETTI CLINICI DELLA DEMENZA
Perché la persona con demenza si comporta come si comporta
Angelo Bonati – Geriatra
IL MODELLO GENTLECARE
Spazio Persone Programmi verso una protesi alla persona
Elena Bortolomiol – Referente italiana Modello Gentlecare
L’ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SECONDO IL MODELLO GENTLECARE
Selezione e formazione del personale, modalità operative, progettazione dei piani individuali, strumenti di registrazione e metodologia osservativa
Laura Lionetti – Progettista servizi per anziani
LO SPAZIO COME PROTESI PER LE PERSONE CON DEMENZA
Lo spazio, la luce, gli arredi
Enzo Angiolini – Architetto
GENTLECARE NEI SERVIZI
Esperienze di applicazione
Ore 13.00 – Dibattito e conclusione dei lavori