Attenzione alle micro progettualià innovative
Pordenone
Il valore delle attività nei diversi servizi è aumentato di circa il 5%, il fatturato è aumentato a quasi 36 milioni di euro e sono in aumento anche il numero dei beneficiari (in totale più di 9 mila). Il gradimento rispetto alla qualità dei servizi forniti, rilevato anche dai questionari somministrati a campione, segnala un’elevata e complessiva soddisfazione. Il focus di tutte le aree di attività, comprese quelle di staff, evidenzia il notevole impegno, in tutti i servizi, a fornire valore aggiunto in termini di metodologie di lavoro, di innovazioni progettuali, di mantenimento o incremento, quando possibile, di attività verso/con la rete della comunità.
Si è molto intensificato l’impegno verso micro progettualità ‘innovative’ che oggi rappresentano una possibilità per cercare nuovi canali di finanziamento, per sperimentare modelli di gestione partecipata che possano sostenerne il seguito e, naturalmente, per non perdere posti di lavoro.
Nel 2012 sono aumentate le attività socio assistenziali e riabilitative svolte nelle strutture per anziani e per disabili per nuove acquisizioni e per implementazioni; tali servizi rappresentano il 63% delle attività complessive e l’applicazione del sistema tariffario a rette, evidenziato con urgente preoccupazione lo scorso anno, ha condizionato pesantemente il risultato economico non solo del singolo contratto ma dell’intera Cooperativa, soprattutto quando è di pertinenza esclusivamente pubblica la possibilità di accedere a tali servizi.
La paralisi economica e sociale ha acuito il sottoutilizzo dei servizi (molte strutture non sono pienamente utilizzate non perché le persone siano ‘guarite’ ma perché non ci sono risorse economiche) trasferendoci completamente il rischio economico visto che Itaca, contrattualmente, non può né chiuderle né convertirle, e deve garantire il servizio che però ci viene remunerato solo in proporzione alle persone accolte.
Per contro non si sono incrementate le risorse per le attività assistenziali ed educative territoriali e domiciliari verso anziani, adulti e minori; servizi sottoposti peraltro a un’esasperata frammentazione dei sistemi di presa in carico e di erogazione (compresa la voucherizzazione degli stessi).
Va detto che uno strumento per migliorare la programmazione e la gestione dei servizi sociali è stato rilanciato con il provvedimento della giunta regionale del febbraio 2012, che ha emanato nuove linee guida per la predisposizione dei piani di zona i cui esiti dovranno confluire nel piano sociale previsto dalla L.R. 6/2006, per consolidare lo strumento di programmazione e gestione del sistema integrato dei servizi; in tal senso i Pdz 2013/2015 dovranno prevedere non solo obiettivi ma tenere conto della sostenibilità degli stessi.
Itaca ha partecipato pro-attivamente a molti tavoli, siamo convinti che rappresentino un’irrinunciabile occasione di dialogo e confronto, nonché un prezioso strumento di governance partecipata. Abbiamo peraltro alcune legittime perplessità sulla possibilità che gli stessi possano riuscire a cogliere pienamente gli obiettivi, ma non per sfiducia verso le persone che operano con dedizione nel sistema pubblico locale, quanto per il contesto generale: come può un piano di zona avere a cura la sostenibilità se a marzo 2013 molte amministrazioni comunali non erano riuscite a chiudere il bilancio consuntivo e lavoravano sull’esercizio in corso in modalità provvisoria?
Nel quadro di cambiamento regionale c’è anche un disegno di legge che prevede un riordino delle Aziende sanitarie e, auspichiamo, una maggiore attenzione alla sanità territoriale a partire dai temi messi in luce con il Decreto Balduzzi e su cui la Cooperativa Itaca ha incrementato l’approfondimento.
Paolo Castagna